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Un aeroporto per volare in alto

Il Marco Polo di Venezia vara il proprio Masterplan Energetico. Pianificazione energetica dello sviluppo aeroportuale di lungo termine.

La sfida tecnologica che l'emergenza energetico-ambientale impone ai paesi industrializzati per il prossimo futuro ha già iniziato a sollecitare nei soggetti pubblici e privati di maggiore importanza l'esigenza di una pianificazione di medio-lungo termine, volta ad implementare, nelle proprie politiche di sviluppo, scelte in materia energetico-ambientale compatibili con le esigenze e le disposizioni legislative che stanno emergendo a livello comunitario.

Si assiste quindi alla elaborazione di una molteplicità di documenti di programmazione, quali i piani energetici territoriali, con lo scopo di fornire le linee guida cui si deve conformare lo sviluppo nei diversi settori – abitativo, produttivo, terziario -. Diversi tra i più avveduti e responsabili soggetti privati hanno recentemente iniziato a dotarsi di strumenti di pianificazione per affrontare le proprie dinamiche di crescita, secondo direttrici energetiche adeguate.

Dopo aver steso nel 2009-2010 un importante documento di pianificazione energetica per ASM Pavia, nella primavera di quest'anno TESI è stata coinvolta da Pooleng e da Necsi nella stesura del Masterplan Energetico dell'Aeroporto Marco Polo di Venezia, ovvero nella redazione delle linee guida energetiche, a cui la riqualificazione dei fabbricati esistenti e la costruzione di quelli di futura realizzazione si ispireranno per i prossimi vent'anni.

Il crescente interesse riservato dai turisti all’unicità di Venezia ed al suo entroterra, nonché la preferenza che si va consolidando per i trasferimenti in volo rispetto alle altre forme di trasporto, hanno assicurato allo scalo aeroportuale veneziano, pur in una congiuntura non facile, un traffico di passeggeri in continua e consolidata crescita, anche nelle previsioni di medio-lungo termine.

I programmi di sviluppo aeroportuale sono conseguentemente importanti, specie per quanto riguarda il collegamento aerostazione-territorio, che coinvolge una pluralità di mezzi di trasporto, da quello su gomma, a quello su acqua e su rotaia, quest'ultima nelle diverse versioni metropolitana, locale e di lunga percorrenza.

Le infrastrutture coinvolte interessano quindi una molteplicità di servizi, che, aldilà di una aerostazione di crescente importanza, riguardano la mobilità dei passeggeri a terra, la ricettività per turisti ed operatori economici, oltre ad una molteplicità di servizi tecnici ed amministrativi. È inevitabile che a questo sviluppo volumetrico, per quanto distribuito su un arco temporale pluriennale, corrisponda una significativa crescita dei fabbisogni energetici, per contenere i quali la società di gestione degli esercizi aeroportuali ha scelto di giocare d'anticipo, pianificando una politica energetica di medio termine, coerente con gli obiettivi strategici che ha scelto di assegnarsi.

Conformemente all'approccio comunitario, tali obiettivi sono espressi da una serie di descrittori, che indicano il fabbisogno energetico massimo per unità di volume di fabbricato, relativamente ai servizi di riscaldamento, condizionamento, ventilazione, illuminazione e processo. L'analisi dei valori limite imposti dalla legislazione vigente nell'ultimo quinquennio (e già quantificati per quello a venire) fornisce un trend in continua restrizione, che esprime le crescenti prestazioni attese dagli edifici, sostenute dal progresso tecnologico che avanza nel frattempo.

È in proposito utile notare che:

  • la proiezione dei dati, ottenuta estendendo le tendenze oltre al decennio indicato, consente una prima ragionevole stima delle “performance limite” attese dai sistemi edificio-impianto fino al 2030;

  • la scelta di operare una riduzione percentuale di questi descrittori di fabbisogno energetico limite, esprime la volontà di intraprendere un percorso virtuoso, che insegua cioè limiti più restrittivi di quelli comunitari.

L'applicazione di questi indicatori alle volumetrie di cui è prevista la fabbricazione nel prossimo futuro, ha consentito di determinare i target energetici globali, da scomporre in obiettivi singoli da assegnare agli operatori che verranno incaricati della progettazione, realizzazione ed esercizio dei futuri fabbricati.

Il raggiungimento di questi target deve però inevitabilmente confrontarsi con i particolari vincoli del sito (immerso nell'habitat della laguna, con criticità idrogeologiche specifiche), dell'attività aeroportuale (si pensi ai pericoli di riflessione di moduli solari, o all'improponibile interferenza di strutture verticali con il traffico aereo), mentre il recente quadro normativo (Decreto Romani) impone un crescente ricorso alle fonti rinnovabili (50 % dal 2017).

Un primo interessante aspetto è rappresentato dall’individuazione di tecnologie e soluzioni volte a migliorare le prestazioni dei fabbricati esistenti, prospettandone una riqualificazione energetica, in grado di avvicinarne le performance ai sistemi edificio-impianto di nuova concezione: gli aspetti interessati spaziano dalla generazione di calore e, soprattutto, di freddo, ad un impiego fortemente ottimizzato della ventilazione, all'impiego di criteri illuminotecnici e di ausiliari ed azionamenti elettrici ad alta efficienza.

Il tema successivo è rappresentato dalle fonti energetiche da impiegare, alla luce delle citate prescrizioni normative e con particolare riferimento alle sorgenti rinnovabili: mentre il sole può fornire un contributo importante (benché non decisivo), lo sfruttamento dei venti e delle biomasse è compromesso rispettivamente dall'interferenza pali eolici - traffico aereo e dall'impatto locale (conferimento delle biomasse ed emissioni in atmosfera); la geotermia risulta invece una opportunità di notevole interesse, per lo scambio termico sia con il terreno (per mezzo di elementi strutturali, quali i “pali energetici”), che con l'acqua di mare (nel rispetto di una molteplicità di severi vincoli, per eliminare l'impatto sull'ambiente), mentre l'acqua non risulta disponibile per processi idroelettrici (stante l'assenza di corsi d'acqua e moto ondoso significativi).

Di notevole interesse appaiono invece lo sfruttamento delle cosiddette fonti assimilate (secondo una vecchia definizione, oggi ancora in uso), quali la produzione combinata di energia elettrica e termica (co- e tri-generazione), e l’impiego di pompe di calore (indispensabili per lo sfruttamento geotermico).

Senza entrare nel merito specifico degli esiti dello studio - comprensibilmente coperti da un vincolo di riservatezza - esso si è posto alcuni obiettivi particolari, quali:

  • il bilanciamento e la diversificazione delle fonti tradizionali (elettricità e combustibili), per svincolare l'efficienza e la economicità del sistema da mutazioni delle politiche tariffarie o di orientamenti energetici;

  • la flessibilità e modularità delle soluzioni, per consentire nel tempo lo sviluppo del sistema tecnologico in parallelo a quello dei fabbricati e dei loro fabbisogni;

  • l'elevata efficienza energetica, da conseguire principalmente con un'architettura fortemente centralizzata e la conseguente ottimizzazione dei processi di trasformazione energetica.

Questi obiettivi hanno imposto nell’elaborazione del Masterplan Energetico una serie di analisi, comparazioni, scelte e soluzioni progettuali inedite, che permettono di disciplinare lo sviluppo aeroportuale secondo criteri ispirati ad una visione di lungo termine e quindi ad una coerenza energetica rivolta ad una elevata efficienza, da mantenere ed incrementare nel tempo.

In definitiva, questo è lo scopo di un documento di pianificazione energetica, ed in questa lungimiranza risiede il merito di una gestione, che si preoccupa di instradare sui giusti binari la propria politica di sviluppo, dando evidenza e risalto agli obiettivi ed alle finalità energetiche con cui tale sviluppo deve convivere.

In questo senso sarebbe decisamente auspicabile che le realtà energivore più significative entrassero nell’ottica di pianificare lo sviluppo delle proprie attività e della propria crescita, disciplinandolo con i criteri energetico-ambientali di un programma di medio-lungo termine elaborato in modo oculato e coerente con gli indirizzi comunitari.

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